Venerdì 17, non è vero ma ci credono

Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, sosteneva Eduardo De Filippo. Dunque sia Matteo Renzi (che lo scorso venerdì 17 avrebbe dovuto finalmente nominare il commissario straordinario per Bagnoli) sia il tribunale di Napoli (che sempre il 17 avrebbe dovuto decidere sulla sospensione della sospensione per il neo-eletto presidente campano De Luca) sono riusciti nel capolavoro di dimostrarsi al tempo stesso ignoranti e attrattori di sfiga.

Il presidente del Consiglio, in particolare, la settimana scorsa si era divertito a fare marameo alle credenze popolari su malocchio e dintorni accompagnando con un sarcastico “abbraccio forte ai superstiziosi” l’annuncio della scelta di firmare la nomina della discordia proprio di venerdì 17, al netto di scongiuri e alla faccia delle credulità medioevali. Poi però deve essere successo qualcosa che ha incrinato quella granitica fede laica nella irrilevanza del calendario al momento delle decisioni storiche: e silenziosamente la sua determinazione si è afflosciata nel corso di un Consiglio dei ministri che ha deciso di non decidere, in attesa di condizioni politiche (e forse di congiunzioni astrali) più propizie.

Sfumato così il venerdì 17, la prossima data utile sembra essere quella delle calende greche. Nell’attesa consigliamo umilmente al premier di non sbilanciarsi mai più in annunci che non è poi in grado di trasformare in atti concreti: per passare dallo sprezzo del pericolo allo sprezzo del ridicolo il passo è breve, e lui è pure uno che cammina svelto. E mentre de Magistris e gli eptacaidecafobici (quelli che hanno paura del numero 17, soprattutto se abbinato al venerdì) tirano un sospiro di sollievo, noi agnostici ci rassegniamo: a Napoli l’unico commissario straordinario possibile è il commissario Ricciardi, quello che sa ascoltare le voci dei morti di morte violenta. Come Bagnoli.

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