L’Autore

Antonio Fiore “Il Critico Maccheronico”Antonio Fiore, nato nel secolo scorso a Napoli, in tenera età è stato inviato speciale de “Il Mattino” e si è poi trasferito a Roma per lavorare, sempre come inviato, al settimanale “Tivù Tivù” diretto da Arrigo Levi per Canale 5.
Licenziatosi dopo l’arrivo in Fininvest di Emilio Fede, torna a Napoli come redattore capo del “Roma”, dal quale si licenzia dopo l’ingresso del giornale in area An, emigrando poi a Milano come capo servizio de “L’Indipendente” e quindi, licenziatosi dopo l’avvento dell’era Feltri, del settimanale “Epoca”.
Rientrato a Napoli nella seconda metà degli anni Novanta, Fiore viene assunto come redattore capo al “Corriere del Mezzogiorno”, dove in preda a un delirio di onnipotenza gastronomica fonda la nazione virtuale di Maccheronia, autoproclamandosene imperatore col nome di Grouchofiore e guidando un gruppo di seguaci per i quali ha organizzato spedizioni gastronomiche in Italia (con il bus “La Corriera del Mezzogiorno”) e all’estero (Paesi Baschi, Catalogna, Cina…). Per quasi un ventennio ha firmato la seguitissima rubrica settimanale “A Tavola” sul “Corriere del Mezzogiorno”.
Oltre alla gastronomia ama (non riamato) il cinema, essendo stato anche sceneggiatore (“Matilda” di De Lillo e Magliulo), nonché autore di un saggio collettivo su François Truffaut, che Fiore negli anni ’80 aveva rapito chiedendogli come riscatto un’intervista*.
Sempre per il Corriere del Mezzogiorno, Antonio Fiore firma a tutt’oggi la rubrica cinematografica “Occhio Privato”, scrivendo per lo stesso giornale anche editoriali, servizi di cultura, costume, spettacolo nonché la rubrica quotidiana “Afiorismi” che di recente hanno superato il numero di mille. Nel 2017 ha pubblicato il libro “Occhio Privato” che raccoglie le sue recensioni e i suoi incontri cinematografici.
Per il teatro, Fiore ha realizzato fra l’altro la trilogia di “Zero” interpretata da Tonino Taiuti (e rappresentata in Italia, Francia, Egitto) e scritto i dialoghi per lo spettacolo di Mario Martone “Ritorno ad Alphaville” allestito da Teatri Uniti e rappresentato nelle principali rassegne europee e in America Latina.
Vivente, ha disposto che sulla sua lapide venga apposta la seguente iscrizione: “Scusatemi se non mi alzo”.

*Il rapimento di François Truffaut si rese necessario per ottenere l’intervista in esclusiva promessagli dal direttore del Festival Claudio Gubitosi: Antonio Fiore, fingendosi autista del Giffoni Film Festival, condusse il venerato regista francese (e la sua compagna Fanny Ardant) in luogo appartato onde seminare i giornalisti delle testate concorrenti, e lo intervistò a sua insaputa, liberandolo poi senza condizioni.