Ghenea: “Dopo il film con Sorrentino
dico di no (quasi) a tutti”

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Madalina 10 in condotta. E quelli che ricordano la statuaria modella e attrice rumena solo per la folgorante apparizione in “Youth” di Paolo Sorrentino e per il manifesto che ne immortala le rotondità, dovranno ricredersi. Perché la Madalina Ghenea di oggi è molto diversa da quella che, notata dieci anni fa proprio per la sua “prima volta” a Ischia, esordì al cinema ne “I soliti idioti”. “E pensare che per quel film vinsi addirittura un Oscar…”

Ne è sicura? A me non risulta.
“Si, ma era un Oscar di cioccolato. Lo ricevetti dai miei genitori che lo avevano messo sulla torta che mi fecero trovare dopo l’anteprima del film”.

Ah, ecco. Però adesso, in attesa di un Oscar di metallo, è diventata addirittura produttrice.
“Da quando avevo 14 anni non mi sono mai fermata. Poi, quando tre anni fa sono rimasta incinta, mi sarei dovuta fermare. In realtà non l’ho fatto: ho girato uno spot due giorni prima di partorire. E poi, visto che c’ero, ho creato una casa di produzione mettendo su un team di giovani talenti: anche la campagna di Damiani, di cui sono testimonial, l’ho realizzata con la mia società, la YouMadBrah. Avevo anche in cantiere un film sul pugilato, ma stavolta la pandemia mi ha fermato davvero”.

Il film con Sorrentino quanto le ha cambiato la vita?
“In verità la cosa che mi ha cambiato la vita è mia figlia Charlotte. Quando è nata avevo appena girato “Youth” e partecipato a Sanremo: ho dovuto scegliere tra bambina e lavoro. E ovviamente ho scelto lei. Io avevo sempre desiderato avere un figlio, e avevo invano tentato di adottare un bambino ad Haiti, dove ho fatto volontariato. Inoltre i medici mi avevano detto che non avrei mai potuto avere un figlio mio. Invece, un miracolo, è arrivata lei, Charlotte. Era come se mi mancasse un pezzo, forse il più importante nella vita di una donna”.

Lei ha da poco girato nel suo Paese “Urma”, il film di un giovane autore rumeno, Boguia, da cui si aspettava molto. Poi è arrivato il Covid-19 è tutto si è fermato. Maledetto lockdown?
“Un evento terribile. Ma che a me, paradossalmente, ha portato tanto. Quando l’epidemia è scoppiata ero a Monaco per lavoro. E, malgrado il parere contrario di tutti, sono voluta tornare a Milano per passare la quarantena con le mie due donne: mia figlia e mia madre. Chiuse in casa a fare di tutto, persino cucire gli animaletti di feltro. Ho addirittura preso un pianoforte per ricominciare a suonare, e ho osato postare un omaggio a Ennio Morricone”.

Sui social lei impazza…
“Ho un rapporto strano con i social. Vado di impulso, non faccio pubblicità a prodotti solo per guadagnare, e in realtà non so bene che cosa sia un’influencer, e se davvero un influencer può cambiare la vita di un marchio. Ma trovo comunque ingiusto che una grande firma della moda neghi i suoi abiti a un’attrice con una carriera alle spalle e poi inondi di capi di lusso una influencer perché ha milioni di follower. Quanto ai miei follower, sono in maggioranza donne, e ultimamente mi chiedono perché io non mi sposi”.

Già, perché?
“Perché sono concentrata su una figlia e una mamma: avere fidanzati, o dei corteggiatori che ti ronzano intorno non mi sembrerebbe corretto. Devi scegliere “quella” persona e basta. Ma è difficile scegliere. Deve essere la persona giusta. Non c’è fretta”.

L’esperienza con Sorrentino: che cosa le ha lasciato?
“Girare con una persona come Paolo è stata una fortuna. So che ora sta per girare il suo nuovo film, e che non ci sono ruoli per me. Continuo a sperare che un giorno ce ne sia uno”.

E nell’attesa?
“Dico tanti no. E mi ripeto che se alla fine della mia carriera di attrice dovesse restare solo il film con Sorrentino, sarei comunque felice. L’unica cosa che pretendo da me è di rispettare sempre nelle mie scelte il livello di un progetto come quello di Paolo e del suo cinema”.
Antonio Fiore

 

Foto di Eugenio Blasio

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