Priscilla visto da Grouchofiore

Genere: drammatico
Priscilla

Schermata 2024-03-29 alle 15.52.56Vita (tristissima) della fidanzata-bambina, poi moglie-giocattolo di Elvis the Pelvis: Priscilla prigioniera a Graceland come Maria Antonietta a Versailles, ma qui la pur bravissima Sofia Coppola (il delizioso Lost in Translation, certo; ma soprattutto l’agghiacciante capolavoro d’esordio Il giardino delle vergini suicide) si ferma ai capelli a cofana e alle gonne a palloncino. Ritratto di donna incompiuta benché alla fine liberata (dall’autobiografia della stessa Priscilla, anche produttrice esecutiva del film) che aggiunge poco a quello intravisto nell’adrenalinico e stoltamente sottovalutato biopic di Baz Luhrmann uscito un paio di anni fa. Cailee Spaeny (giustamente premiata a Venezia ’23 con la Coppa Volpi) protagonista credibile, Jacob Elordi troppo alto troppo magro troppo outfit Valentino e troppo poco carismatico per essere Presley. Cui mancano (per questioni di diritti negati dagli eredi) pure tutte le sue canzoni: dunque, tranne quattro note di Love me Tender rubacchiate timidamente qua e là, effetto straniante, Elvis senza Elvis. Senza Graceland (la Coppola riuscì a ottenere i permessi per girare nella reggia dei Borbone, ma i cancelli del regno di Memphis sono rimasti chiusi per lei). E senza neppure il suo manager-padrone, il grottesco e mefistofelico Colonnello Parker (vedi il grande Tom Hanks nel citato film luhrmanniano): il cui patto faustiano con l’idolo del rock sarebbe stato indispensabile (come la dipendenza dagli psicofarmaci, invece qui ampiamente evocata) per spiegarne anche la rovina matrimoniale.
Voto: ••

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