Le uniche “Cinque Stelle” che mi piacciono

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Cena a Cinque Stelle al Capri Palace, ma per fortuna il movimento grillino non c’entra. Cinque è infatti la somma delle 2 stelle Michelin del resident chef Andrea Migliaccio e delle 3 di Yannick Alléno, chef del parigino Pavillon Ledoyen: con le loro creazioni, i due hanno dato vita venerdì 31 maggio all’Olivo (il ristorante del prestigioso hotel anacaprese) a una serata in cui la cucina mediterranea e quella francese si sono confrontate in nome della fantasia e della tradizione, della creatività e del virtuosismo tecnico come in una finale di Coppa Davis combattuta con i mestoli al posto delle racchette. Così, dopo uno strepitoso “palleggio” di riscaldamento in terrazza a base di finger food di straordinaria eleganza e bollicine di Moët & Chandon Imperial che nell’occasione festeggiava i suoi primi 150 anni, il gioco si è fatto subito serio, anzi divertente, con gli asparagi bianchi dell’isola vandeana di Noirmoutier, litchi in conserva, maionese di asparagi, fiori di sambuco fermentati e punte di asparagi disidratati alla vaniglia serviti (anche in apprezzata versione-trailer) dall’asso francese, cui il campione nostrano ha risposto sfoderando una ventresca di tonno a bassa temperatura, scottata e glassata con melanzana perlina e salsa al basilico.

Migliaccio passava poi deciso al contrattacco con la semplicità di un risotto, ma sorprendentemente condito con ragù napoletano. E se Yannick esibiva un tocco alla Noah delle cucine con il trancio di spigola all’acetosella e fontina, riso al vapore con foglie di ciliegio fermentate e lamelle di spigola alle ciliegie, Andrea provava come un Agassi dei fornelli lo smash vincente con il filetto di vitello da latte alle erbe con senape rustica e salsa alle spugnole. Finale al tie-break con il rabarbaro condito in crosta di zucchero, gelatina e sorbetto di aceto sella con cialda di crescione e crêpes croccanti, ma a me sono rimasti nel cuore – conoscete il mio debole per il Theobroma – i cioccolatini al caviale. Gioco, partita, incontro. Ma la vittoria finale è appannaggio di quelli che erano seduti sugli spalti, pardon a tavola. (E per chi il giorno dopo aveva ancora qualche sfizio da togliersi, visita al Riccio, il ristorante di mare del Capri Palace proprio accanto alla Grotta Azzurra: ma questa è un’altra storia. Ve la racconto la prossima volta). 

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