Così De Sica riuscì a zittire Napoli

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SORRENTO – Al ritmo travolgente del mambo ballato dal maresciallo Carotenuto e dalla smargiassa Sofia Cocozza in Pane, amore e… (sullo schermo del cine-teatro Tasso) torna a Surriento, dopo la lunga parentesi romana, il Premio De Sica fortemente voluto dal patron degli Incontri sorrentini Gian Luigi Rondi nel 1975, all’indomani della scomparsa del grande regista. Un ritorno a casa previsto per il prossimo settembre salutato mercoledì scorso con entusiasmo dalla famiglia del maestro di Ladri di biciclette, in particolare dalla figlia Emi e poi dal figlio Christian che ha voluto ricordare il forte legame di papà Vittorio con Sorrento: “Qui lui ha girato appunto Pane, amore e… di Dino Risi, ma la Costiera era comunque una delle sue mete predilette. Certo, conoscete tutti la passione di mio padre per il gioco, dunque quando si avvicinava l’estate puntualmente convocava noi ragazzi per chiederci quali fossero le nostre preferenze per le vacanze: “Dunque, potete scegliere tra Campione d’Italia, Montecarlo o Saneremo”… Però anche se priva di casinò, Sorrento era uno dei luoghi che frequentavamo di più. Al punto che in famiglia, visto che da piccolo ero piuttosto, diciamo così, cicciottello, mi avevano ribattezzato “il toro di Sorrento”. E ricordo in particolare le passeggiate in carrozzella con una grande attrice napoletana, Dolores Palumbo”.”
Dalle vacanze al lavoro: “Del resto papà amava fare cinema da Napoli in giù. Gli altri registi erano spaventati dall’idea di girare in esterni fra folla vociante, traffico, bambini che piangevano, gente affacciata ai balconi. Lui no, perché era l’unico a riuscire a ottenere il silenzio girando in una piazza affollata di Napoli. Mi viene in mente quella volta in cui bisognava filmare una scena di Matrimonio all’italiana per strada con la Loren e Mastroianni, immaginatevi la calca. Papà afferrò il megafono e con la sua voce suadente ma decisa cominciò: “Qui è Vittorio De Sica che vi parla, avrei bisogno di due minuti di silenzio”. Motore, ciak, azione. Silenzio di tomba. Scena perfetta, mio padre riprende il megafono: “Grazie!”. E le migliaia di persone tutt’intorno, a una sola voce: “Prego!!!””. E presto tocchera’ a Brando, regista figlio di Christian e nipote di Vittorio, tentare di ottenere uno dei più bei silenzi partenopei quando dovrà dirigere suo padre, Buccirosso e Gian Marco Tognazzi nel suo prossimo film, SOS fantasmi. Fantasmi napoletani, e in quanto tali assai rumorosi. Auguri.

(dal Corriere del Mezzogiorno del 12 aprile 2019)

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