Dal Giudizio universale al Giudizio flegreo

E’ fatta: i napoletani di San Ferdinando, Montecalvario, Chiaia e Posillipo salperanno in nave dal molo Beverello mentre quelli di Bagnoli e di Soccavo prenderanno il treno alla Stazione Centrale come i puteolani; in treno partiranno anche i vomeresi e i maranesi, ma dalla stazione di Afragola; saliranno invece sul bus quelli di Pianura (da piazza Garibaldi), di Fuorigrotta (da Afragola), di Bacoli e di Monte di Procida (da Giugliano). E via così, tutti ordinatamente in viaggio verso la salvezza nei Comuni gemellati dove troveremo assistenza e alloggio fino a quando si potrà fare lieto ritorno a casa.
La Giunta regionale della Campania ha finalmente approvato all’unanimità il decreto legislativo relativo alla “pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico nell’area flegrea”, e dunque adesso dovremmo sentirci tutti più tranquilli. Ma allora perché questo perdurante senso di inquietudine che ci attanaglia, questo ostinarci in gesti apotropaici nel patetico tentativo di esorcizzare il pericolo eruttivo? Sarà certo l’atavico fatalismo partenopeo che induce a dubitare dei piani di evacuazione e ad aver fede nella ciorta individuale piuttosto che nel tempismo organizzativo delle autorità preposte al bene collettivo. Ma forse c’entrano anche il tono (e il contenuto) del decreto regionale che, aldilà dello scontato e obbligatorio burocratese infarcito dei soliti “premesso”, “considerato”, e “ritenuto che”, suona come un documento rischiosamente a metà tra l’apocrifo regolamento della Real Marina borbonica “Facite ammuina” (chilli che stann’a prora vanno a poppa e chilli che stann’a poppa vann’ a prora) e l’annuncio stentoreo “Alle 18 comincia il Giudizio Universale!” lanciato dal cielo (di Napoli) nel film di Vittorio De Sica.
Il vantaggio (o lo svantaggio, fate voi) rispetto a quella pellicola del ’61 sta nel non sapere a che ora avrà precisamente inizio l’evento catastrofico, comunque l’atmosfera sembra essere ancora più confusa rispetto a quella zavattiniana: un esempio di palmare evidenza sta in quel passaggio dove si sottolinea che il Comune di Napoli ha comunicato alla Regione che l’area Piazza Garibaldi – Stazione Centrale “risulta allo stato parzialmente praticabile essendo in corso lavori di riqualificazione urbana”; non potendo spostare la data dell’eruzione a dopo la fine dei lavori di riqualificazione urbana, l’Agenzia Campana Mobilità, Infrastrutture e Reti assicura panglossianamente che la suddetta area, “pur con il cantiere in corso per il completamente del parcheggio interrato, risulta adeguatamente accessibile”. Al massimo, aspettando il convoglio puteolani e bagnolesi si stringeranno un po’ e fraternizzeranno come a un concerto di Gigi D’Alessio o a una partita del Napoli. Già, la partita: perché se a causa del contemporaneo afflusso per le strade di migliaia di veicoli in occasione dei match al San Paolo il “normale” traffico cittadino si blocca per ore, immaginiamo che cosa accadrà quando, una volta scattata l’ora X, centinaia di migliaia di napoletani si riverseranno fuori di casa con ogni mezzo cercando angosciosamente la via di fuga lontano dalla Zona Rossa: i posillipini verso il porto, i pianuresi verso piazza Garibaldi, i vomeresi diretti ad Afragola, quelli dell’Arenella diretti a Villa Literno… Da poppa a prua, da prua a poppa, ma di certo un trasporto pubblico minuziosamente organizzato garantirà una circolazione di stampo svizzero, e condannerà al meritato ludibrio popolare il nostro ottuso e pervicace pessimismo. Temperato da una speranza: il Giudizio universale di De Sica si risolse in un tremendo acquazzone, poi tornò a splendere il sole. Che il Giudizio Flegreo sia altrettanto clemente. E ci liberi dalla delibera.

Una risposta

  1. interessante e ironico articolo sulla vicenda bradisismica flegrea – che ho condiviso su facebook – abbinandolo ad un altro articolo di fondo sempre di Antonio Fiore pubblicato su Il Mattino di Napoli l’8 – 10 – 1983 in cui anche allora si faceva riferimento al Film “il Giudizio Universale” di Vittori De Sica che girò alcune scene marnaresche anche a Pozuuoli.

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