L’Istat e i polli di Trilussa

D’accordo: la statistica – Trilussa docet – è quella cosa secondo cui se uno mangia due polli e io nemmeno uno, alla fine risulta che io e lui abbiamo mangiato un pollo a testa. L’ultima ricerca dell’Istat sulla spesa media mensile delle famiglie italiane relativa al 2017 ci permette però di affinare i dati rispetto ai versi del poeta romano: si scopre così che in generale, pur essendo la Campania (con le altre ragioni dei Sud) ovviamente surclassata dalle più ricche “cugine” del Nord (una famiglia lombarda spende al mese 2.664 euro, una campana quasi mille euro di meno, una calabrese appena 1.546), le varie voci in cui è suddiviso il capitolo di spesa rivelano curiose e talvolta inaspettate (ma forse solo apparenti) anomalie.
Secondo l’Istituto nazionale di Statistica, infatti, gli abitanti della Campania spendono oltre il 23 per cento del loro risicato budget per acquistare prodotti alimentari e bevande analcoliche, superando di quasi dieci punti percentuali i pur altrettanto golosi lombardi e veneti, friulani e romagnoli. E, visto che per accompagnare un buon pranzo e poi chiuderlo il bellezza c’è bisogno di una buona bottiglia e (per i tabagisti) di una digestiva “bionda”, ecco che anche per quanto riguarda bevande alcoliche e tabacchi la Campania svetta in testa, superata solo dalla Calabria. Se però passiamo alla voce “servizi ricettivi e di ristorazione” ci accorgiamo che noi campani (e il resto dei meridionali) occupiamo i bassifondi della classifica: andiamo poco al ristorante (e pochissimo in albergo). Insomma: mangiamo (e beviamo) molto di più tra le pareti domestiche o a casa di amici che in trasferta in un locale pubblico. Sarà perché ci piace poco andare in giro, o semplicemente perché non possiamo permettercelo? Pur propendendo per la seconda ipotesi, salta però agli occhi il dato relativo alla spesa per abbigliamento e calzature: qui, tranne la Puglia, il Meridione la fa da padrone; la Campania arriva a bruciare quasi Il 6 per cento del totale del “capitale” a disposizione, la Basilicata tocca addirittura il 7, mentre le più opulente regioni settentrionali arrivano al massimo a uno stentato 5…
Dunque: ci piace mangiare da veri gourmet, bere come esperti sommelier e vestire come autentici gagà, però quanto a spettacoli e cultura siamo disposti a spendere appena il 4,8 dei nostri averi, superati dal Trentino, dal Piemonte, dalla Lombardia e via via da tutte le altre regioni del Nord E anche da buona parte di quelle del Centro Italia. Ma che importa? Tanto, se una famiglia di Bolzano compra due libri al mese e la mia famiglia zero, in casa ne avremmo letto almeno uno (scritto da Trilussa, probabilmente).

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