Sarà il giovane regista italoamericano Jonas Carpignano, autore de “La ciambra” in corsa per gli Oscar nella categoria riservata al miglior film straniero, a ricevere domenica prossima il premio “Giacomo D’Onofrio” dedicato alla memoria dell’intellettuale irpino che nel 1959 fondò assieme a Pier Paolo Pasolini e a Camillo Marino il Laceno d’Oro, il festival internazionale del “cinema del reale” la cui 42esima edizione si aper il 5 dicembre ad Avellino. Una “sei giorni” fittissima di appuntamenti (settanta proiezioni tutte concentrate nelle due sale del cinema Partenio) e una formula ampiamente rinnovata che propone tra le novità un concorso internazionale per lungometraggi dedicato al tema “cinema e spazio urbano”: in gara sette titoli (da Italia, Francia, Germania, Usa…) che Aldo Spiniello, Servio Sozzo e Leonardo Lardieri della cine-rivista Sentieri Selvaggi e da Maria Vittoria Pellecchia hanno selezionato tra gli oltre 2.500 giunti da 104 Paesi. Presidente della giuria internazionale di qualità è il regista newyorkese (ma di solide radici “terrone”: la sua famiglia veniva da Sarno) Abel Ferrara, autore di aspri film di culto come “Il cattivo tenente” e “Fratelli” e che al Laceno regalerà il 7 dicembre l’anteprima campana di “Piazza Vittorio”, il documentario che ha dedicato al multietnico quartiere romano in cui oggi vive.
L’altro concorso, quello riservato ai cortometraggi giunto alla sua quarta edizione e che si intitola ” Occhi sulla Città” proporrà quindici titoli provenienti da Italia, Brasile, Francia, Cina, Thailandia, Serbia, Montenero e Kirghizistan. Ma la manifestazione irpina offrirà ulteriori motivi di interesse con un cartellone che alterna anteprime, omaggi, incontri, appuntamenti musicali (con Canio Loguercio) ed eventi speciali come la presentazione del libro “Baires” di Chiara Rapaccini, compagna di vita di Mario Monicelli o la mostra “Luigi Zampa. Dalla parte del pubblico” che si inaugura oggi nel foyer del Partenio: in esposizione 30 pannelli che ripercorrono la carriera del Maestro (che fu anche giurato del Laceno d’Oro) attraverso locandine e foto di scena dei suoi film più famosi come “Anni difficili”, “Il vigile”, “Anni ruggenti” o “Il medico della mutua”. Sempre nel nome di Zampa proiezione, il 7 dicembre, del suo capolavoro del 1952 “Processo alla città” nella versione appena restaurata: interpretato da Amedeo Nazzari e Silvana Pampanini, i, film riattraversa (su soggetto di Francesco Rosi) le fasi del processo Cuocolo, il primo procedimento giudiziario a carico della camorra napoletana. Al termine presentazione del libro “Luigi Zampa” a cura del critico Orio Caldiron e del direttore di “Quaderni di Cinemasud” Paolo Speranza: il primo lavoro collettivo sul regista romano con interventi di quindici esperti.
Antonio Fiore